inflazione climatica

Il cibo costa sempre di più. 

I prezzi continuano a salire. 

Inflazione. 

Sicuramente tutti ci siamo accorti di questo fenomeno. Con la stessa spesa con cui prima riempivamo il carrello ora possiamo permetterci solo qualche prodotto e la nostra alimentazione diventa sempre più costosa. 

 “inflazione sale a giugno e segna +0,2% sul mese di maggio e +1,7% sul giugno 2024. Lo rileva l’Istat, precisando che il lieve rialzo si deve soprattutto all’accelerazione tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati.”

RAInews

E questo è collegato intrinsecamente alla crisi climatica. 

Il cambiamento climatico ha un forte impatto sull’agricoltura e quindi sulla produzione dei beni alimentari: caldo estremo, inondazioni, sbalzi di temperatura, grandine ed eventi atmosferici estremi stanno logorando i campi e minacciano l’esistenza stessa di alcuni alimenti che in futuro potrebbero scomparire dalle nostre tavole. Le fluttuazioni della stagionalità modificano i cicli agricoli e pure il gusto e le proprietà nutrizionali di frutta e verdura subiscono variazioni a causa del cambiamento climatico. 

L’agricoltura è sicuramente uno dei settori che più risente le conseguenze del riscaldamento globale. Uno studio pubblicato su NATURE stima che per ogni aumento di 1 °C della temperatura globale media causerà la diminuzione della produzione alimentare di 120 kcal per persona al giorno. 

Alcuni prodotti, poi, sono più a rischio di altri e noi ce ne possiamo accorgere guardando il prezzo sempre più alto sul nostro scontrino al supermercato e non solo.

il caffe

il Sole24ore inizia così un suo articolo di marzo 2025: 

“dicembre 2024: il caffè in tazzina registra un aumento del 3,8% in Europa e del 6,6% negli Stati Uniti. È il livello più alto raggiunto negli ultimi 13 anni in termini reali, con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente: frutto dei rincari subiti dalla materia prima, schizzata ai massimi verso la fine del 2023 e per gran parte del 2024, a causa delle scorte limitate di Vietnam, Indonesia (con l’export in calo del 23%) e delle condizioni meteorologiche avverse che hanno influenzato le più importanti produzioni (Brasile su tutte, il più grande produttore ed esportatore di Arabica).”

A causa del cambiamento climatico più del 60% delle diverse specie di caffè selvatico è a rischio di estinzione. Sorseggiare il nostro espresso dopo i pasti, ascoltare il tipico rumore della moka sul fuoco quando la sua miscela scura e amara è pronta, fermarsi in un bar per aspettare l’autobus ed ordinare il nostro macchiato quotidiano, fare colazione con brioche e cappuccino… sono tutte azioni che consideriamo normali, quotidiane e che spesso diamo per scontate; il caffè è entrato nel DNA stesso di diverse culture, non solo quella italiana.  Il caffè: la sostanza psicoattiva più consumata al mondo. Ma se non fosse più così economico? Se bersi un espresso non fosse più un rituale giornaliero ma un lusso che solo pochi possono permettersi? 

la produzione di Arabica (la specie di caffè più pregiata e più consumata) rischia di diminuire dell’80% entro il 2025 e anche la Robusta  (l’altra variante più usata) risente degli effetti del  riscaldamento globale anche se è più resiliente e più facile da coltivare. Difatti la temperature ottimale per la per la crescita di queste varietà di caffè sono tra i 18°C e i 22°C per l’Arabica e tra i 22°C e i 28°C per la Robusta, è evidente come il riscaldamento globale ne metta a repentaglio la coltivazione. 

“In Vietnam, il prolungato clima secco ha causato un calo del 20% nella produzione di caffè nel 2023/24, con un calo delle esportazioni del 10% per il secondo anno consecutivo. Analogamente, in Indonesia, la produzione di caffè nel 2023/24 è diminuita del 16,5% rispetto all’anno precedente, a causa delle piogge eccessive dell’aprile-maggio 2023 che hanno danneggiato le ciliegie. Le esportazioni sono calate del 23%.

In Brasile, le condizioni climatiche secche e calde hanno portato a successive revisioni al ribasso delle previsioni di produzione per il 2023/24, con le stime ufficiali che sono passate da un aumento previsto del 5,5% su base annua a un calo dell’1,6%.”

Continuando così il prezzo del caffè continuerà a crescere, e se ora in Italia ci scandalizziamo per una tazzina di espresso al bar sopra i 2 euro presto questa sarà la norma, se non addirittura un prezzo conveniente.  

il cacao 

I prezzi del cacao sono incrementati di oltre il 400%. Difatti la produzione di questo alimento è fortemente a rischio a causa della siccità che colpisce i paesi in cui viene prodotto. 

In Africa durante il periodo di raccolta di questa bacca si sono registrati in 4 Paesi ben 3 settimane con temperature medie sopra i 32°, condizioni disastrose per le piantagioni di cacao. 

“Mentre molti fattori, come le precipitazioni e le infezioni trasmesse dagli insetti, possono influenzare gli alberi di cacao – scrive Climate Central –  il calore eccessivo può contribuire a una riduzione della quantità e della qualità del raccolto, aumentando potenzialmente i prezzi globali del cioccolato e influendo sulle economie locali nell’Africa occidentale”.

Ovviamente questo porta all’aumento dei prezzi che hanno raggiunto l’apice il 18 dicembre 2024 con 12.605 dollari per tonnellata. 

il vino

Secondo uno studio pubblicato su “Nature” del 2024 entro la fine del secolo a rischiare di sparire è oltre il 90% delle produzioni vinicole di Italia, Spagna, Grecia e California del sud. A modificarsi sarà la geografia della distribuzione delle regioni adatte a produrre vino ma non solo: a cambiare sarà la qualità stessa del vino, le sue particolarità e il suo gusto. I cambiamenti climatici influenzano le proprietà stesse dell’uva. 

Secondo i dati ISMEA (analisi 2024) i prezzi dei vini italiani sono in continuo aumento. 

Dal 2019 l’incremento ha riguardato soprattutto i  costi dei vini comuni (in particolare i bianchi) 

negli ultimi anni (dal 2019 in questa analisi) sono stati soprattutto i vini comuni a segnare i maggiori incrementi di prezzo, +61%, con addirittura +90% per i bianchi, mentre per i vini DOC/DOCG l’incremento cumulato nei 5 anni è inferiore al 10% e addirittura sotto il 5% per quanto riguarda i vini IGT. Ci si accorge anche che la dinamica recente dei prezzi dei vini è inferiore a quella dell’agricoltura (+20% contro +35/40%).

in media nel 2024 i prezzi (all’origine del vino) sono cresciuti del 11% con un incremento più forte del 20% rispetto agli ultimi 5 anni. 

ovviamente le cause di questi dati non sono tutte da imputare alla produzione resa sempre più difficile dalla crisi ambientale bensì, come qualsiasi cosa in economia, anche a dazi, geopolitica, scelte del mercato, preferenze del consumatore… ma non possiamo aspettarci una diminuzione dei costi fino a quando la produzione sarà messa in repentaglio dalle anomalie del clima causate, come ormai sappiamo, dall’attività antropica. 

le Arance 

Un altro mercato a rischio è quello degli agrumi. Come emerge dall’indagine Ismea

La produzione mondiale di arance 2024/25 è stimata in 45,2 milioni di tonnellate, in calo lieve rispetto alla campagna precedente (-1,5%). La riduzione del raccolto di arance ha interessato USA, Egitto, Unione europea e Turchia mentre l’aumento della produzione di Brasile e Spagna rispetto alla campagna commerciale 2023/24 non è stato sufficiente a compensare la riduzione registrata negli altri paesi. In particolare, nei paesi dell’Unione europea la produzione è stimata in circa 5,7 milioni di tonnellate e dovrebbe ridursi di circa 70mila tonnellate rispetto alla campagna precedente soprattutto a causa della contrazione produttiva registrata dall’Italia, in conseguenza della siccità e della riduzione del calibro medio dei frutti. 

Questo si ripercuote sui prezzi: anche se non si è registrato un incremento per le varietà medio-piccole che mantengono una produzione elevata, sono invece cresciuti per altre varietà penalizzate dal cambiamento climatico. 

Il prezzo medio al dettaglio è aumentato del 2,5% 

Il biennio scorso non era stato favorevole per la produzione italiana a causa della siccità in Sicilia e i dati registrano un certo ottimismo per la continuazione della campagna ( la domanda delle famiglie rimane stabile così come le esportazioni) ma non si è verificato un significativo aumento della produzione; anzi, la raccolta sarà interrotta qualche settimana prima rispetto alla norma a causa delle condizioni ambientali. 

La campagna terminerà con qualche settimana di anticipo rispetto alla norma a causa degli eventi climatici sfavorevoli 

registrati tra novembre 2024 e gennaio 2025 che hanno assottigliato un’offerta di arance italiane già di per sé penalizzata dalla siccità e dalla calura dell’estate 2024. L’esaurimento del prodotto italiano aprirà le porte, dapprima, al prodotto mediterraneo e successivamente al prodotto sudafricano, alimentando un consumo fuori stagione che sta crescendo anno dopo anno.

Ovviamente quelli sopra citati non sono che una minima parte degli alimenti che rischiano di sparire dalle nostre tavole e il cui prezzo è notevolmente aumentato negli ultimi anni. La crisi climatica influenza e continuerà ad influenzare il peso economico dei prodotti in quanto le modifiche che stanno avvenendo nei vari ecosistemi mettono a rischio le materie prime. Non solo l’agricoltura ma la produzione di qualsiasi bene dovrà far fronte all’innalzamento delle temperature e alle modifiche dell’ambiente messe in atto dalle nostre emissioni e a risentire saranno anche i nostri portafogli. In un mondo di risorse finite ed in esaurimento tutto verrà a costare di più. 

Sicuramente il peso economico che ha il cambiamento climatico è uno problemi meno rilevanti (in confronto ai danni che causerà e sta causando al pianeta e alla nostra stessa specie) che quest’ultimo provoca ma in un Mondo capitalistico come il nostro, in cui spesso si ascoltano solo i soldi, dobbiamo mostrare come andando avanti con questo stile di vita insostenibile non solo verrà messa a rischio la nostra stessa sopravvivenza ma anche il nuovo dio dell’umanità: il denaro. 


Fonti:

Sono un agronomo e ti spiego cosa c’entra la crisi climatica con l’aumento dei prezzi del cibo (e quali sono più a rischio) – greenMe

Alla scoperta delle varietà di caffè che rischiano di scomparire per sempre – greenMe

Come la crisi climatica influisce sulla produzione di cacao- economiacircolare.com

I cibi che il cambiamento climatico sta mettendo alla prova – RSI

Impacts of climate change on global agriculture accounting for adaptation – Nature 

Climate change impacts and adaptations of wine production – Nature

Cambiamento climatico: a fine secolo a rischio oltre il 70% delle zone di produzione del vino – Wine News 

I prezzi all’origine del vino – aggiornamento 2024 – dati ISMEA – i numeri del vino 

Caro caffè, aumenti del 40% ma il prezzo potrebbe salire ancora – il sole24ore 

FAO: Impennata nei prezzi del caffé a causa delle condizioni climatiche avverse – Nazioni Unite

Tendenze Agrumi – 1/2025 – Maggio 2025 – Ismea mercati

grafici: ISMEA

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