Acqua, ghiaccio e navi
Il 2024 è stato chiamato “l’anno delle elezioni” . Infatti nel mondo sono stati 76 i Paesi che sono andati alle urne e tra questi spiccano gli Stati Uniti d’America, ad oggi il paese con più influenza politica, e il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Già prima del suo insediamento come 47° presidente, oggi 20 Gennaio, Donald Trump ha già minacciato tre Stati (Canada, Panama e Groenlandia).
La sua dichiarazione di voler controllare la Groenlandia ha ormai fatto il giro del globo animando il dibattito pubblico.
Ma cosa c’è di interessante in quell’isola di ghiaccio?
Questo luogo è ricco di materie prime ma non è da sottovalutare l’importanza per il trasporto marittimo che il Paese sta acquisendo in questi anni.
Il ghiaccio della Groenlandia è sempre meno e questo influenza la navigabilità e l’apertura di nuove rotte commerciali. Ma sicuramente l’impatto climatico, di cui è sintomo e contribuisce ad accrescere, non è trascurabile.
Tra il 2000 e il 2019 il riscaldamento globale ha portato alla fusione dei ghiacci groenlandesi che sono diminuiti di 4000 miliardi di tonnellate (280 gigatonnellate all’anno) andando a contribuire all’innalzamento dei mari. Questo fenomeno costituisce un feedback positivo per il cambiamento climatico, infatti il ghiaccio riflette i raggi solari mandandoli fuori dalla nostra atmosfera; l’acqua che prende il suo posto quando questo si scioglie, però, trattiene il calore e di conseguenza la temperatura aumenta in un ciclo che si auto alimenta.
Ma non da tutti la perdita dei ghiacci nel circolo polare viene percepita in modo negativo.
Le acque circostanti alla Groenlandia e il mare artico sono diventate la nuova frontiera del commercio marittimo: il mutamento dell’ecosistema ha aperto nuove rotte navigabili e allungato i periodi privi di ghiaccio in quelle già esistenti.
negli ultimi 10 anni il transito di navi in queste zone è aumentata del 37%
La prospettiva per il futuro è un incremento significativo dell’importanza delle zone artiche che permetterebbe di accorciare sensibilmente i tempi del trasporto da un lato all’altro del globo: attualmente per viaggiare dall’Europa all’Asia bisogna passare per lo stretto di Panama ma il passaggio nell’ artico permetterebbe di risparmiare 4.000 km.
Passaggio nord-ovest, così è chiamata la rotta navale a nord del Canada che collega gli oceani Atlantico e Pacifico, passando per l’arcipelago artico canadese all’interno del Mar Glaciale Artico.
La regione artica, quindi, sta sviluppando un’importanza strategica che la pone al centro di un nuovo confronto tra Stati Uniti, Russia e Cina.
Il PIL della Russia (uno stato artico) proviene già per un 10-20% da quelle zone in quanto ⅓ del suo petrolio è prodotto lì e viene già portato in Cina passando per la Northern sea route. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina gli investimenti russi per le flotte rompighiaccio sono aumentati.
Anche la Cina mira a quelle zone e si autodefinisce “near-Arctic State”. Il suo interesse è più rivolto verso le riserve di terre rare ma anche le sue ambizioni sul mare non sono da sottovalutare. Il nuovo passaggio, infatti, accorcia di un settimana la tratta Shangai – Rotterdam.
Il nord America appare preoccupato dai vantaggi che Russia e Cina potrebbero ricavare dalle nuove tratte. Un cambiamento nelle rotte commerciali mette in serio pericolo l’egemonia statunitense, in gran parte derivata dal suo controllo sul mare.
Inoltre anche gli USA ambiscono alle possibilità derivanti dall’apertura alle navi del mare artico, soprattutto per lo sviluppo dell’Alaska .
I passaggi promessi dal cambiamento climatico, però, non sono ancora completamente percorribili, anzi. Da uno studio del Dipartimento di Geografia, Ambiente e Geomatica dell’Università di Ottawa (Canada) svolto sulle mappe di distribuzione del ghiaccio marino fornite dal Canadian Ice Service è emerso che il periodo in cui la navigazione era possibile è diminuito per la presenza di troppo ghiaccio. In Groenlandia, infatti, c’è un’area chiamata Last Ice Area in cui è presente un serbatoio di lastre di ghiaccio antico e spesso che il riscaldamento globale ha reso più instabili e mobili senza riuscire a scioglierle. Nella stagione estiva, quindi, i passaggi navigabili saranno invasi da questi blocchi ghiacciati provenienti da nord.
Il mondo stia cambiando ed è inutile immaginare un futuro simile al nostro presente. Le carte geografiche muteranno, così come i trasporti e gli equilibri geopolitici.
Vedere opportunità sul lascito del cambiamento climatico, però, è disfunzionale se ci convincono ad agire contro la nostra sopravvivenza. L’apertura della rotta artica può essere un bene per il commercio internazionale ma è soprattutto un sintomo del malessere della Terra.
fonti:
WWF “missione Artico”: 5 episodi per spiegare la Groenlandia
Imagine di copertina : “In Artic skies” by Elsie esq. is licensed under CC BY 2.0