Quando gli scarti diventano prodotti

 “Niente si distrugge, tutto si trasforma” dice una delle prime leggi della chimica, è in questo perpetuo cambiamento che opera sia la natura che l’uomo, ogni cosa che creiamo viene generata da altri materiali, ogni cosa che buttiamo rimane in natura anche se in forme diverse.

Questo è ciò che crea l’equilibrio, questo è ciò che crea la crisi ambientale.

Una delle sfide principali che dobbiamo affrontare riguardo all’ambiente è di sicuro il nostro modello economico, il nostro continuo produrre e buttare.

Siamo così abituati ad avere uno svariato numero di prodotti, di scelta, di possibilità che non possiamo immaginare una vita in cui i supermercati non siano pieni di merce di svariato tipo, i negozi di vestiti sempre con nuove collezioni, i nostri armadi riempiti di accessori che useremo solo una volta.

Ci sono alternative più sostenibili?

Una delle parole chiave per gli ecologisti è “Economia circolare” ovvero un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. La vita dei prodotti si allunga contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono riutilizzati. 

Ma non si parla solo di bottiglie di plastica riciclata e fogli creati con carta di scarto. Nel mondo esistono molti esempi e la produzione alternativa ed ecosostenibile si sta diffondendo in ambienti che spaziano da quello della moda a quello alimentare.

  • Alisea

Alisea è un’azienda che produce oggetti di design con metodi di riciclo.

Nel 2023 riceve il premio GammaDonna 2023 per il suo contributo alla creazione di un nuovo sistema di produrre più ecologico e sostenibile.

“Tutto può essere trasformato e rinascere a nuova vita, secondo una visione che può avere un valore economico e contemporaneamente rispettare l’ambiente: le bucce di pomodoro diventano candele, gli alettoni degli elicotteri si trasformano in agende, con gli scarti degli elettrodi si producono tappi per bottiglie”

Alisea, produrre innovazione dagli scarti (rinnovabili.it)

Oggigiorno uno dei materiali che più viene sprecato è la graffite, da qui nasce g_pwdr® Technology che utilizza la polvere di scarto per tingere i vestiti  che risparmia il 90% di acqua e il 47% di energia. Un’altra innovazione è Perpetua, una matita creata con il 100% di graffite riciclata.

  • Corskin

Il Corskin è una pelle sintetica prodotta dagli scarti del sughero ideata dalla startup sarda Lebiu che inventa anche il Nanocork, ovvero un fissaggio naturale che può essere applicato su tessuti diversi e consiste in un processo di micronizzazione delle particelle di sughero e acqua.

Pelle vegana prodotta dagli scarti della lavorazione del sughero: così si rinnova il fashion | Ohga!

  • Cosmetici da scarti alimentari

EticHub, spin off dell’Università di Pavia, crea dei prodotti di bellezza partendo dagli scarti di bucce d’uva, di mele, di pomodori, nella sansa e nelle acque di vegetazione derivanti dalla lavorazione delle olive…estraendone e lavorandone le molecole.

  • Re-Bello

Re-Bello è un brand che crea vestiti utilizzando materiali alternativi come eucalipto, faggio, bambù, pelle conciata con foglie di ulivo, cotone biologico, ma anche, lana e Pet riciclati o Nylon rigenerato proveniente dalle reti da pesca esauste, dai vecchi tappeti e altri rifiuti di nylon.

  • Rifò

La startup Rifò riutilizza il cashmere per creare il materiale che andrà a costituire i loro guanti, cappelli e sciarpe

  • Biova project

Uno dei maggiori sprechi è quello alimentare, Biova project nasce per fronteggiare questo problema e dal pane invenduto produce la sua birra.

  • Farina da scarti di carciofo

Circular Fiber è una start-up veneta/friulana che si cimenta nella produzione di farina dagli scarti del carciofo, ortaggio che spopola in Italia e il cui spreco è spesso sottovalutato

  • Scarti della birra

Molti non si accorgono degli impatti che la birra ha sull’ambiente. Che fare con gli scarti?

Questi si possono utilizzare per ricreare tessuti e, soprattutto per il pellet. Molti studiosi sono riusciti a isolare le proteine dai residui dei cereali utilizzati e queste potrebbero essere usate per il mangime dei pesci ma anche per l’alimentazione umana.

Fonti :

Immagina di copertina : “Fashioned from Nature: Designing a Sustainable Future” by PunkToad is licensed under CC BY 2.0.

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Un commento

  1. Belle iniziative! Ci vorrebbe più comunicazione per fare sapere a più persone possibili che l alternativa allo spreco è possibile e fattibile

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